lunedì 3 maggio 2010

二日酔い Futsuka Yoi * Inizia il mio blog*


"Oggi inzio un blog. Il mio blog."

Erano giorni che lo ripetevo fra me e me, senza decidermi. In fondo la tentazione è sempre stata forte, sono anni che "frequento" blog di altre persone per svariati motivi: documentarmi su viaggi, ricette, recensioni di libri e film eccetera..Scoprire un blog degno di nota è come leggere un buon libro o vedere un bel film: la storia ti prende, entri nella narrazione, ti identifichi con un personaggio, viaggi con la mente. E' sempre ciò che ho amato fare durante il mio tempo libero: straniarmi dal "qui e ora"e vagare, fantasticare di essere altrove, parlare altre lingue, sentirmi in un'altra pelle...

Ma oggi la pelle è la mia, con la sua consistenza, le sue cicatrici, proprio una pelle come la superficie della luna...quella nascosta, però.

Racconterò della mia vita, in maniera incostante, sia chiaro, ma lo farò, tenterò di scoprire cosa si cela dietro al lato oscuro di me, ossia i miei desideri nascosti, le mie aspirazioni, le mie ossessioni e paure. Tutto questo attraverso esperienze di vita quotidiana, banali e magari prive di interesse ai più, ma insomma....io scrivo per scoprire cosa si nasconde dietro alla mia complessa nonchè contorta personalità (se mai ci riuscirò!) e per condividere interessi ed esperienze con chi vorrà leggermi, in un certo senso dando il mio contributo alla rete...restituendo ad altri, anche ignoti, che leggendo quanto da me scritto trarranno ispirazione, vuoi per una ricetta, vuoi per un itinerario di viaggio o solo per una semplice condizione.

Dopo questo preambolo, ci tengo a presentarmi. Sono Sara, ho 31 anni e vivo a Firenze. La mia vita è molto tranquilla. Le mie giornate si susseguono rapidamente fra l'ufficio (sono impiegata in una ditta di spedizioni internazionali) la piscina (l'acqua: mio elemento) e la mia mansarda, che condivido con un marito giapponese di nome K. (l'altra metà del mio universo) e una palla di pelo di nome Musa, gattina soriana di 3 anni. Il setting e i personaggi sono questi...la trama si dipanerà a poco a poco, abbiate solo un po' di pazienza.


Mentre scrivo, "A letter to Elise" dei Cure si diffonde silenziosamente nella stanza, la pioggia è cessata. L'umidità entra dalla finestra spalancata, ho la pelle d'oca ma la sensazione mi piace. K. e Musa si sono assopiti sul divano, sono così stanchi! Musa passa la sua giornata a dormire (quindi non è una novità) ma K. è reduce da un Primo Maggio di stravizi (二日酔い "futsuka yoi" per chi non mastica il giapponese dicesi del post-sbornia) ed è a dir poco stordito...come si fa a bere tanto da star male, perdipiù quando hai già 32 anni? E' ancora di difficile comprensione per me che ricordo risalire l'ultima sbornia ai miei 22 anni!

Per chi non lo sapesse, la società giapponese è molto legata alle STRAbevute in compagnia ed è una cultura difficile a morire. Per esempio, gli impiegati giapponesi che staccano il venerdì sera spesso si ritrovano tutti insieme all'izakaya (è una specie di osteria giapponese, ne vedete un esempio nella foto linkata, risale al 2003, siamo io e K. con due amici ad Osaka) e scaricano tutto lo stress della settimana ingerendo quantità esorbitanti di alcool (birra e sake, più che altro) proprio come atto liberatorio, accompagnando il tutto a canzoni da osteria (appunto) e battute sconce. Ora, in Italia tutto ciò non ha motivo di esistere. Sappiamo bene che l'italiano medio è abilissimo nel farsi scivolare addosso lo stress, semplicemente schivando gli ostacoli furbescamente. Ma i giapponesi non sanno cosa significhi AGGIRARE UN OSTACOLO. No, loro proprio non lo sanno. E vorrei farvi sentire l'odore che aleggia nell'ultimo treno del venerdì sera a Tokyo.

Ora, tutto questo per dire che il mio amato K. è rimasto legato alla cultura del "bevo-fino-a-scoppiare-perchè-è-festa-e-mi-devo-liberare" ma io sto lottando contro questa stupida regola sociale. Riuscirò a farlo intendere a mio marito? Sono molto fiduciosa!


Intanto il lettore cd passa "Love Song" dei Cure e la pioggia è ricominciata. Vado a fare il solletico alla mia spugna.

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