Il tempo smussa gli spigoli, placa la rabbia, annebbia la memoria, edulcora i ricordi, fa venire le rughe e le macchie solari, allarga le scarpe e deforma i jeans, allunga le ricrescite, richiude le ferite, fa arrivare autobus e venerdi', spesso allontana le persone inesorabilmente, fa crescere il mio basilico, fa esaurire le scorte di Gocciole e soprattutto puo' rendere abitudine cio' che inizialmente era ignoto e pertanto ostile.
Sono passati piu' di sette mesi da quando sono arrivata a Tokyo e tutto cio' che mi e' capitato, le persone che ho incontrato, conosciuto, le parole, i posti che ho scoperto, tutte queste cose messe insieme stanno tacitamente lavorando a mia insaputa per mettere a punto la mia IO del futuro. Questa sensazione e' tanto forte quanto rassicurante, negli ultimi tempi. In fondo mi e' sempre piaciuto cambiare, non rimanere uguale a me stessa, sperando di essere sempre meno noiosa di quanto non sia davvero.
Nei miei sogni sono sempre proiettata in avanti, mi immagino sempre diversa, migliore, e, ahime', ho anche avuto sempre il difetto (questa cosa purtroppo non cambia mai) di snobbare la mia IO di ieri. Ma anche di ieri-ieri, il 21 Maggio, eh. Quella li'? Pfff...una pivella rispetto alla me di oggi, 22 Maggio. Cosa me lo fa pensare? L'ottimismo della speranza. La volonta' di essere diversa da questa me tanto imperfetta, ma anche la presunzione di raggiungere la perfezione nella ideale ME di domani, e' matematicamente certo che la me del 23 Maggio sara' migliore di quella di oggi, 22. Non c'e' storia.
Ma, dove voglio arrivare?
Ah ecco. Volevo solo ribadire che le punte affilate delle mie prime, dure giornate di lavoro e in generale dei primi tempi nella mia nuova vita hanno subito i benevoli effetti dei venti temporali e da lame arroventate sono divenute come le forbicine arrotondate delle elementari..perche' col tempo ci si abitua e si impara. Si sbaglia, si piange, ci si dispera, si sbatte la testa contro il muro urlando:"Basta..non ce la posso fare!" e poi ce la si fa, cosi', magia. Perche' la me del 18 Aprile era una mezza sega.
Mossa da questo spirito di vittoria (su me stessa, fondamentalmente, che mi autoflagellavo alla Tafazzi, rimpiangendo la gallina vecchia) vado incontro a una fine di Primavera calda e ricca di profumi esotici ma al tempo stesso cosi' familiari, dolci come un vecchio ricordo. E dentro di me continuo a ripetere come un'ossessa: "Ahh...ecco dov'eri rimasta, fine di Primavera giapponese, sei sempre stata li'..e io che pensavo di non trovarti piu'!".
Un gufino porta-lettere. In Giappone porta bene!
C'e' bisogno di spiegarlo? Takoyaki!!!Matsuri da!
Un cantastorie tipico dell'era Taisho (1912-1926), avrei voluto farvelo ascoltare: era ipnotico.
Pesciolini allo spiedo. Kameido Tenjin.
Facendo la doccia a Daikoku, dio della prosperita' e della cucina,
per ingraziarselo e cosi' diventare sani come pesci.
Perche' non l'ho comprato? Mai ascoltare i mariti.
Mentre rinfresco Ebisu, il dio giapponese dei pescatori, della buona sorte e dei mercanti nonché il guardiano della salute dei bambini piccoli. È una delle Sette Divinita' della Fortuna (七福神, Shichifukujin) ed il solo dei sette che ha origine giapponese.
Pausa a tutta salute: uno yogurt fatto col riso!
Lanternona di pietra al Kameido Tenjin.
Ingresso di un ristorante a Kameido (il bambu' e' la pianta che in Giappone senza dubbio rappresenta il mese di Maggio).
Bonsai di glicine fiorito...
Il mio caro laghetto di Shinobazu a Ueno, presto fioriranno i fior di loto!
Pubblicita' in odor di epoca Showa sulla Hibiya sen. Dice:"In questa strada non si puo' giocare a catch ball" Che cosa assurda che era. Mentre ci raccontiamo dei tempi andati, dai, facciamoci una birra!
Tipico piatto estivo a casa mia (e di milioni di giapponesi) ad opera di K.: quando fa caldo e' una delizia! Si chiama 冷やし中華 hiyashi chuuka, sono spaghetti all'uovo serviti freddissimi e conditi con salsa di soia, aceto, sesamo, pomodori freschi, frittata, cetrioli e prosciutto cotto tagliati alla julienne, con una manciata di nori (alghe essiccate) a decorare il tutto.
Buona fine Primavera a tutti, ovunque voi siate. Andiamo dritto per le nostre strade, ma ogni tanto fermiamoci a guardare i dettagli poco osservati, le cose che se annusate e riconosciute rendono la nostra vita diversa, piu' ricca di sfumature. E sono proprio queste piccole felicita' quotidiane a fare dei nostri NOI imperfetti dei NOI piu' elevati, in tutti i sensi.