sabato 2 luglio 2011

Un treno, la musica, la notte.

Quando mi capita di bere un po' piu' del normale e sto attraversando un periodo positivo mi sento in pace col mondo intero e vorrei abbracciare tutti gli estranei che incontro per la strada, anche i puzzoni della metro.

Ieri sera sono andata a cena con alcuni colleghi e tra una risata e l'altra abbiamo fatto tardissimo: sono riuscita a prendere l'ultimo treno per il rotto della cuffia!

La dolce sensazione dell'alcool in circolo, il tepore del sedile di velluto, la sensazione acida della mia lingua viola (quanto mi piace quando diventa cosi'!) e le cuffie nelle orecchie che mi sparavano i Sex Pistols, David Bowie, Bauhaus, P.J. Harvey, Rolling Stones, Diaframma (eh, ho tutto il tempo sul treno, ieri sera ero a Omotesando, che dista circa un'ora da casa mia).

Avrei voluto che uno dei miei sogni si avverasse per una volta: che le luci al neon si spengessero improvvisamente, che l'interno del treno fosse illuminato solo dalle luci dei lampioni e delle finestre della citta'.

A questo punto vorrei che partisse la musica: forte, dai bassi amplificati e che tutti i passeggeri iniziassero a ballare o anche solo a farsi trasportare dalla melodia, insieme al treno che continua ad andare e che ci porta in periferia, alle nostre finestre lontane....

Ho continuato a ballare tutto il tempo, ticchettando i polpastrelli sulle ginocchia e sorridendo ad occhi chiusi, mentre la notte ci portava via.